martedì 25 febbraio 2014

IL MIO CORSO SU SPINOZA

    Ero in una sala gremita di studenti e io dovevo iniziare un corso di filosofia annuale. In fondo, all'ultima fila, confuso tra gli studenti c'era il mio prof della Statale Franco Fergnani.
A un certo punto prende la parola e dice, con un gran mucchio di fogli volanti in mano, scritti e cancellati almeno centinaia di volte ognuno:
    "Io son qui per introdurre il corso del mio amico Giuseppe su Spinoza con miei vecchi appunti personali, mie riflessioni personali un pò perse nella fumolenza di tantissimi anni, ma son qui principalmente per incitare tutti noi a fare bene e a dirvi di fidarvi della parola del nostro caro Giuseppe..."
     Continuava poi a elogiarmi con ricercati vocaboli e una sensibilità non comuni, puntualizzando, ritoccando, tornando a puntualizzare.
     Io pensai:
     "Mi vuole davvero bene il mio amico Franco, se si è preso il fastidio di venire alla prima lezione del mio corso su Spinoza e dire tutte queste belle cose su di me".
     L'aula era veramente piena e ciò io l'attribuivo proprio alla sua presenza tra gli studenti...
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

venerdì 21 febbraio 2014

LE VESPE



   Mi volavano attorno due vespe. Io le guardavo e studiavo le loro mosse e se davvero volevano farmi del male. Poi d'un tratto mi sono deciso e con un colpo di mano improvviso le ho catturate nel mio palmo chiuso. Non le ho schiacciate, le tenevo solo nel mio palmo senza serrarlo del tutto.
   "Ecco, se le catturi e sei capace di tenerle al buio non possono più pungerti, non possono più farti del male", ho detto a mio figlio Michele, che mi guardava con gli occhi sgranati nei miei folli e spericolati movimenti.
   Sentivo le due vespe belle ferme nel chiuso del mio palmo. Forse toccava a loro ora avere paura.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO