lunedì 14 settembre 2015

LA SCATOLA DELLA RICOTTA


LA SCATOLA DELLA RICOTTA

   Ero nel mio vecchio appartamento della Casa dei Morti. Avevo tutto chiuso e in casa era tutto buio. Avevo messo fuori dei mobili da buttare, e intanto m'ero ritirato altri mobili abbandonati di fuori. Sulla ringhiera c'erano altri inquilini che regalavano cose che altrimenti avrebbero buttate. C'era uno scatolone pieno di fumetti: Kriminal, Satanik, Killing, Diabolik... Io prendevo quelli che potevo perché mi piacevano un po' tutti.
   C'era lì anche Rosa la Napoletana che mi parlava di una scatola di ricotta da ritirare, dovevo andare in un posto che non sapevo dove.
   "Ma che dice questa? Non la capisco mica?", borbottavo io.
   "La duvite pagà vui".
   "Cosa devo pagare?"
   "La scatula della ricotta".
   "No, no. Io non pago niente. Non m'interessa la scatola della ricotta. Se la volete voi, andate e prendetevela e pagatevela..."
   Io allora ramazzo tutti i fumetti che posso e me la svigno nel mio appartamento. Mi sembra che mi sia diventata più piccola la casa. C'è un muretto di mattoni e cartoni in fondo.
   "Minchia, che mi abbiano rubato una stanza intanto che me ne stavo sulla ringhiera a prendermi i fumetti?", dico io, del tutto trasecolato.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO 

Nessun commento:

Posta un commento