Me ne stavo in una libreria a curiosare in una massa davvero sterminata di libri. Ne avevo scelti tanti, ma pure allo stesso tempo avevo pochi soldi e allora di colpo li lascio tutti lì sullo scaffale dove li avevo presi, lasciando in piedi di retrocopertina anche il mio "il mediano nella birra", che chissà perchè era tutta nera.
Vado alla cassa solo con 5 piccoli libri da mille lire l'uno. Son belli e non conosco i suoi autori, tranne uno.
"E' un asino", dico al libraio che mi ascolta incuriosito. "Non lo dico metaforicamente, è proprio un asino, un asino vero. Però minchia, fa dei cartoni animati bellissimi. E' un mio amico e ci ho passeggiato insieme non più di 3 mesi fa".
"Fanno 164 euro", mi dice il libraio, spietato.
"Ma che dici? Son libri da mille lire, mi stai prendendo in giro forse?", protesto io.
Io i 5 libri me li son già messi tra i mille foglietti sparsi dei miei appunti, che caso strano hanno la stessa grandezza dei piccoli libri.
Il libraio non mi risponde niente. Ammettendo lo sbaglio penso di dargli non più di 7 euro e mezzo. Ma poi quasi quasi penso di lasciargli tutto lì, così non ho più problemi di conti. Puttana miseria!... I libri... Ma perchè certa gente deve mettersi in testa di farsi i soldi proprio con i libri?... Ma non sanno quanta fatica e povertà costano?...
Me ne vado... Come al solito tutto pieno ingombro di appunti...
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

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