Ero in un ritrovo di un bar e si parlava del più e del meno. Chissà come e chissà perchè il discorso cade su Londra, e io racconto che una volta mi premiarono in quella città per una mia buona azione, e per questo la lodavo dicendo che una cosa del genere in Italia forse sarebbe passata inosservata o come una robetta di poco conto, o proprio di nessuno.
Sento alle mie spalle i soliti 2 o 3 intellettualini della minchia dire:
"Sì, proprio a lui dovevano premiare a Londra".
Io penso allora:
"Ah, così è? E allora ve la racconto per filo e per segno come andò quella storia".
E così mi metto a raccontare ai miei amici che almeno li avevo davanti a me e vedevo che faccia facevano e se erano sinceri o no, e non come quelli che se ne stanno sempre alle spalle che gli piace molto a loro parlare con i culi.
"Mi diedero un riconoscimento pubblico che si chiamava 'Livingstone' o 'Kingstone', non mi ricordo più. Ma forse era proprio 'Livingstone'. La cosa andò così: ero per caso lungo un tratto di ferrovia di Londra che tornavo a casa attraverso una scorciatoia quando mi accorgo che un ragazzino era su un binario dove si avvicinava a tutta velocità un convoglio che andava in periferia, nè il ragazzino nè il macchinista si sono accorti l'uno dell'altro. Il treno andava dritto addosso a lui, e lui continuava tranquillo nella traiettoria di cammino che l'avrebbe portato a essere travolto. Allora io senza pensarci due volte mi butto di corsa verso il ragazzino e, per fortuna che il treno di botto rallenta, abbranco il ragazzino e lo tiro fuori letteralmente da sotto il treno. C'era sulla massicciata laterale della ferrovia un vecchietto che aveva visto tutta la scena, era un vecchio ufficiale della marina inglese. E fu lui che andò dalle autorità della Città di Londra a raccontare l'accaduto, le autorità saputo il fatto spaccarono un capello in quattro per ritrovarmi e dopo avermi trovato mi insignirono dell'alta onorificenza intitolata a 'Livingstone'. C'è da dire che la medaglia che mi diedero era accompagnata da una cifra pari a 1.500 sterline..."
Gli intellettualini mi chiesero:
"E dov'è ora la medaglia?", e con ciò volevano mettere in forse tutta la veridicità del mio racconto.
"Non so. L'ho persa forse. Non so dov'è finita", dico io.
"Ah, ecco", dicono loro con una smorfia di sufficienza.
"Uhei! Ha salvato un ragazzino londinese e voi vi preoccupate di dov'è finita una medaglietta del cazzo?", dice un mio amico e gli alza un pugno proprio sotto il naso.
Gli intellettualini si spaventano e in tutta fretta sgombrano il campo...
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

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