domenica 2 giugno 2013

CALZE DI SETA SPLENDENTI


    Me ne stavo nella camera da letto dei miei affittacamere quando vedo seduta a una vecchia sedia da bar la pittrice ebrea Ameliè Moruk. Aveva delle calze di seta larghe per le sue magre gambe e splendenti, quasi fluoroscenti. Aveva tentato di sedurmi una volta con quel vecchio trucco delle calze seducenti... Ma non c'era riuscita...
   "Vuoi comprarmi quel mio quadro a olio dell'albero di ulivo?", mi fa.
   "Non ho soldi", gli dico.
   "Beh, puoi pagarmi in natura", fa lei.
   Le calze le risplendono quasi avessero delle lampadine accese dentro.
   "In cosa? In olio o vino?", dico io, alludendo oscuramente ai miei vari mestieri di contadino.
   "Possibilmente in tutt'e due", fa lei, come al solito senza mai mollare un colpo.
   Lei era la madre di Betty Page, e erano state al manicomio tutt'e due. Madre e figlia. Tra di loro ero capitato proprio io, come un fico fiorone un pò passato di maturazione.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

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