Eravamo in una trasmissione di Feisbuk, ognuno di noi era collegato tramite il computer e si andava in onda in tutta Italia. Ma io e un mio amico non vedevamo cosa succedeva in trasmissione. Gli schermi dei nostri computer erano tutti bianchi, e dentro non si vedeva proprio niente. Ero io e un mio vecchio amico di nome Volpe, che io chiamavo sempre Volpicella, un mio vecchio amico di Acquaviva delle elementari. Era in onda con noi anche Vittorio Sgarbi.
Poi tra una cosa e l'altra viene fuori che io faccio i libri. Vogliono vedere i libri e io faccio vedere una scansia fatta tutta da me.
"Tu hai fatto tutti quei libri?", mi chiedono dallo studio.
"Mica solo questi. Ne ho fatto tantissimi altri", dico io.
"Sono i libri di Joseph", dice Volpe.
"Ma tu sei un genio! Dobbiamo farti conoscere da tutto il pubblico d'Italia!", dice la conduttrice.
"Io lo conosco a quell'uomo lì, è capace di gran bei numeri, ve l'assicuro", dice Vittorio Sgarbi.
Io mi alzo e vado a prendere altri mucchi di miei libri.
"Sono tutti libri di Joseph!", dice il mio amico Volpe.
La trasmissione va avanti e io sono contento che finalmente mi fanno diventare famoso. Finalmente mi potrò comprare pane e pomodoro con le mie poesie e i miei racconti.

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