lunedì 8 luglio 2013

IL BICCHIERE E' VUOTO

    Mo arriva, mo arriva e non arriva mai un bel niente. Mi lamento troppo nella mia vita è chiaro che poi arrivano in 100.000 a turlupinarmi, a ingannarmi, a fottermi. 
     Oggi ho bollito un libro nell'acqua bollente invece dei soliti spaghetti, volevo sapere che minchia di gusto hanno le parole. Facevano letteralmente schifo. 
    "Hai novità di quella?", mi ha chiesto il mio amico pazzo.
   "Macchè!", mi son detto da solo.
   Oh, cazzo, mi son messo a parlare da solo ormai. Ma poi ci ho pensato su e mi son risposto che non è tanto grave. E' come parlare a un amico rompicoglioni, non di più. Non c'è motivo di allarmarsi eccessivamente.
    Ma io poi a quella l'ho mai conosciuta? Mi è stata presentata una volta almeno? Minchia, se me lo ricordo.
    Ho scrutato a lungo in me stesso, per scoprire se caso mai stavo mentendo. Macchè, dicevo come al solito sta cazzo di verità. Oh, devo smetterla con il turpiloquio, come mi ha detto la psicoanalista. Ma poi non so manco io a chi sto richiamandomi. Ho troppa curiosità delle donne e allora è fatale che poi io le confonda in un certo modo l'una con l'altra. Non che siano uguali, ma sono io che mi oriento con i miei paradigmi, che sotto sotto sono sempre quelli.
   Devo fingermi più ignorante, quasi fesso, così forse ho speranza di sgusciare di più via. Come il merluzzo scatamarato quale sono. Tanto, se devo confessare la rava e la fava, qui son sempre io che me la racconto a me stesso. A chi fo male?
    Nisba porto zero. Non ci capisco niente. Forse ci abbiamo tutti il flusso di coscienza (stavo per dire di vomito) dell'agente segreto, cioè di quello che finge sempre di sapere tutto e invece non sa proprio un cazzo di niente. Abbiamo tutt'al più un diletto da assecondare, un passatempo da portare a termine, non di più. Ora, per esempio, io sto solo e me la godo alla grande, ma devo fingere invece di cercare l'altro. Ma che cazzo me ne frega a me dell'altro?
     Ho ripetuto di nuovo la domanda a quel losco tipo che mi fa di solito compagnia, cioè io stesso. Quello ha fatto addirittura finta di non sentire. A questo punto siamo arrivati. Ci prendiamo per il culo da soli, ormai. Non c'è davvero più religione, nè filosofia, e nemmeno uno straccio di argomento di cui valga davvero la pena di argomentare, sembra un'ossimoro ma non lo è.
    Allora sai che faccio? Mi metto a dire a me stesso una massa sterminata di ovvietà, di banalità, di balordaggini. Mi faccio pure io direttore d'azienda in fallimento e così mi tiro un pò su il morale.
    Sono un dannato ficcanaso di me stesso, mai che mi faccia i fatti miei. Mi impiccio di tutto quello che mi riguarda. Ma chi me lo fa fare? Non posso fare lo stupido come tutti gli altri? No, devo fare la persona intelligente a tutti i costi e poi me lo becco in quel posto lì. Mi fotto da solo, come si suol dire.
     Dietro di me c'è LEI. E mi tratta come una merda.
Io in tutto questo non c'entro per niente ma sopporto tutto. E intanto continuo ad amarla con tutto me stesso.
     E' qui che la mia ragione mi abbandona e davvero non ne vuole più sapere niente di me.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

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