Conosci te stesso. Già, è una parola. Quando mi guardo allo specchio mi dico: "Ma chi è quell'ubriacone avvinazzato là? Ma sono davvero io? Sembra che mi sono appena bevuto un bottiglione di vino rosso. Ci ho pure il naso viola come un peperone".
Non mi sono arreso. Combatto bene, perchè dovrei farlo? Che mi tolgano le mie armi loro se ne sono capaci. Io per conto mio non gliele darò mai di mia volontà. Anche se sul campo una disfatta segue l'altra. Sono in ritirata, certo, ma i miei sentimenti e la mia coscienza combattono ugualmente anche se in indietreggiamento.
Sono dall'altra parte. Dalla parte dei perdenti. Ma mi piace stare almeno da una parte. In estrema periferia. Ma qualche puntata d'attacco al centro la faccio tutti i giorni. Mi ignorano completamente. E' un'ottima strategia mentale, ma io son là che mi prendo spazio per me, per il mio pensiero, per il mio amore e per il mio odio.
Non c'è niente da capire anche con se stessi. Si è quel che si è. C'è da riderne a pensarci su. Ed ecco allora che ti ritorna il buonumore e la volontà di continuare a combattere. Ed è proprio così che volevo essere nella mia vita.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

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