lunedì 8 luglio 2013

VENIAMO TUTTI FUORI DA UNA CASA CHE C'ERA UNA VOLTA

     Chissà da dove siamo venuti fuori. Un giorno un uomo guardò una donna e si vollero. Da lì usciamo un pò tutti. Quanto tempo è passato. Non se ne ricorda più nessuno quasi.
    Il cortile, le galline, le capre, tutti quei racconti sull'Inghilterra. Sulla farm, sui soldati. Poi ognuno andava a zappare la sua terra, a coltivare i suoi peperoni. Giorni di campi di grano, di vendemmie, di pigiatura di gran carichi di uva. 
   La zingara che disse a mio padre: "Te lo ruberanno presto". Lui pensava che mi sarei sposato giovanissimo e invece crebbi in un'altra famiglia. 
   Le ragazze della sartoria, il camion, di nuovo le vendemmie e le pigiature. Le tacchine che facevano le signore. 
   Una sera tardi me ne andai dietro una fata bionda. Entrai in una lontana galleria di quadri di Chagall. Feci esperienza. Imparai tutto sui sogni, poco sui soldi. 
    Ora tutte quelle stanze sono vuote.
    Qualcuno è contento ancora di sentire la mia voce. Io sono contento che è ancora lì.
     "Io son qui. Ti aspetto", mi dice ancora in un filo di voce.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

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