martedì 6 novembre 2012

IL BAR DELLA PIAZZA

    Ero nel bar della piazza dell'orologio del mio paese. C'erano i soliti amici che parlavano del più e del meno. Più del meno che del più, per essere sinceri.
    Passava una ragazza e tutti le guardavano famelici le cosce. Commentavano se aveva il culo grosso o piccolo, se le scarpe erano nuove o vecchie, se il suo ragazzo era scappato da lei o se era lei che era scappato dal suo ragazzo. 
    Uno, Nicola Cartavetrata, mi fa una domanda sulla politica. Io come un fesso gli rispondo... Platone, Proclo, Hobbes... la repubblica marinara di Mungivacca... Mi dà subito sulla voce, stravolge i miei pensieri, spara cazzate a tutto andare. Gli altri gli vanno subito dietro con i loro sciocchezzai ben forniti... Per fortuna passa l'ennesima ragazza, stop ai commenti politici pseudoqualunquisti e via di scatto alle esclamazioni filocasanova da 4 soldi...
    La vita passa sempre così al bar della piazza del paese... Minchiata scaccia minchiata...
    Penso: "Non fanno mai un cazzo... Parlano soltanto... Non cambia mai nulla...".
    Una ragazza di città si beve un bel calice di vino bianco, se ne frega se la squadrano tutti. E' tosta. Compra dal cameriere perfino il suo foulard a fantasia... Rimangono tutti di stucco...
    "Ehi, ma quella da dove viene?", fa Cruk Tagliavino.
    "Da un'altro pianeta", dico io.
    "Da dove?"
    "New York".
    In piazza arriva la corriera per Todi, la ragazza si avvia a prenderla, con una valigetta piccola piccola. Tutti le guardano le cosce.
    "E' ben messa l'americana, non c'è che dire", fa Bisciù Caramella.
    "E' una marziana per voi, non un'americana", dico io.
    "Noi chi?", chiede con i suoi occhi bitorzoluti Giak la Matta...

Nessun commento:

Posta un commento