mercoledì 7 novembre 2012

PIAZZA METAFISICA (PANE E PSICOANALISI)

     C'era una piazza metafisica a Milano, dove due o tre strade si annodavano come fazzoletti a un suo vertice, e là colonne e statue si assiepavano tra loro formando un insieme d'arte.
    Se ne stava con me l'architetto Grupius con i suoi amici costruttori. Discutevano su dove costruire grattacieli e un palazzone dove ospitare donne facili abbandonate da avviare a nuove più decenti professioni.
    Io me ne andavo da solo per quella piazza, pensando agli strani destini della bellezza in quella città, di per sè già molto metafisica...
    In un vicolo incontro un vecchio amico che mi chiede l'elemosina. Io non ho un soldo.
    "Per dove stai per partire?", mi chiede.
    "Bah, non so. Ho un castello in riva al mare dell'India", dico io in maniera enigmatica.
    "Io faccio lo psicoanalista a Grosseto", mi dice lui.
    "Cazzo! Ma può un folle curare altri folli?", gli dico io.
    "Di che ti meravigli? Di solito è proprio così che succede", mi fa lui.
    "No, non è di questo che mi meraviglio. Piuttosto mi meraviglio che tu non abbia un soldo", gli dico.
    "Per questo ti ho chiesto l'elemosina, per vedere se con la filosofia sei diventato ricco", mi dice lui.
    "Lo sanno tutti che la filosofia non dà il pane, ma per fortuna non di solo pane vive l'Uomo", dico.
    "Già, ma di ogni parola che esce dalla bocca degli stolti", fa lui. 



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