giovedì 15 novembre 2012

UNA SEDUTA

    Arrivo allo studio e la trovo truccatissima. Mi fa un certo effetto, lo devo ammettere. 
    Forse vuole una storia, penso. Le storie le chiamano transfert loro. Il latino è sempre la lingua dei vincitori, penso.
    Dopo i soliti convenevoli mi fa sdraiare sul divano. C'è un profumo erotico nell'aria. Non so se è della paziente prima di me o proprio suo. Decido di fregarmene.
    "Mi dica tutto quello che le passa per la mente", mi dice lei come al solito.
    "Tutto?", dico io, facendo come al solito il fesso.
    "Sì, proprio tutto. Mi deve dire sempre tutto, anche le cose che a lei possono sembrare insignificanti", dice lei.
    "Anche le parolacce?", dico io.
    "Se le pensa, anche quelle", dice lei.
    "Anche le robe sconvenienti?", dico io.
    "Tutto", taglia corto lei.
    Io mi sistemo meglio sul divano. E' proprio un buon profumo. E' suo. Ora che è dietro di me ne son sicuro, è troppo forte. Era truccatissima. Dietro di me. Un eros da capogiro. Ma... dovevo fare la seduta...
    "Una volta una ragazza, una mia amica di liceo, mi ha detto che se uno vuole davvero guarire da una storia d'amore fallita deve andare a cinema e vedersi 10 volte lo stesso film, se si riconosce in almeno un attore della storia allora può tornarsene a casa tranquillo. Io ho visto 10.000 volte lo stesso film, e mi sono riconosciuto in tutti i personaggi della storia", ho detto.
    "Qual era questo film?", ha detto lei.
     "Stalingrado", ho detto io...

    

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