sabato 3 novembre 2012

UNA PICCOLA FESTA DI COMPLEANNO

    Si viveva a quei tempi in sette nell'ultima stanza dopo un lungo corridoio. In una pensione di poco prezzo. Vicino l'ingresso c'era una specie di ritrovo collettivo attorno a un piccolo bar, e poi si dipanavano le stanze dove si passava la giornata perlopiù con la porta aperta. E allora capitava davvero di vederne di cotte e di crude.
    Io abitavo con Betty e con altri 5 pisquani di poco conto, ragazzini scappati di casa e ospitati a debito in attesa del ritrovamento dei genitori.
    Per quel giorno era proprio il compleanno di uno di quei sbarbatelli e allora avevamo combinato una piccola festicciola. Avevamo comprato una torta e anche delle bottigliette di spumante di pochissima spesa.
    A un tratto vidi Betty uscire in due pezzi, mezza nuda, dal bagno e venirsene di corsa in camera. Tutti naturalmente sgranarono gli occhi al suo passaggio e si misero a fischiare per l'ammirazione e l'eccitamento.
    "Dovresti vestirti quando esci dal bagno", le dissi quando fu da noi. "Vedi come ti mangiano con gli occhi tutti quanti!"
    "Che ci posso fare? Devo pur farmi la doccia", mi disse lei.
    A vederla andare in giro in bikini, si fece avanti un vecchiaccio della malora, mezzo ganzo, che voleva venire anche lui alla festa di compleanno.
     "Ma che vuole questo?", dissi io tutto indispettito.
     "L'ho invitato io", disse Betty.
     "Ma siamo già una caterva di gente", obbiettai io.
     "Ma siamo sempre soli invece", disse lei.
     "Guarda che se sapevo che veniva questo figuro qui, non venivo io", dissi, del tutto contrariato.
    "Oh, no! Sei sempre il solito guastafeste!", disse lei.

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