venerdì 19 ottobre 2012

ATTRAVERSO IL DESERTO

    Non siamo nient'altro che ciò che ne facciamo di noi, complici gli altri dei nostri assurdi alibi che ci discolpano di tutto, anche del nostro più perfetto autoassassinio mentale...
    ... Sei là, nella stanza senza porte della famosa Casa dei Morti. Io ti cucino la bistecca alla fiorentina perchè proprio oggi è festa al mio paese, e anche se io sono 1000 chilometri lontano e non sento neanche un suono di campane allegre, festeggio lo stesso. Tu capisci e non capisci, ma questa non è affatto una novità. Non ti fai toccare, sei vergine, e non ce la fai a fare l'amore. Io sono il contadino che scava le fosse per piantare le vigne dei vini più forti. Ma non ho bottiglie da aprire se non quelle della mia disperazione.
    Quando uno è innamorato è un fesso totale. Anche il filo di un ragno che pende dal soffitto gli sembra una stella cometa che annuncia chissà quale buona novella.
     Le porte della stanza sono tutte sbarrate, e forse non ci sono neanche. Hai un segreto che io non scoprirò mai, se non 20 anni più tardi. troppo tardi per poter fare qualunque cosa.
     Vorrei strangolarti ma tu sei un fantasma, il tuo collo mi sfugge da sotto le mani. Salvo poi scoprire che sei solo un personaggio aleatorio e fumoso della mia vita. Non so nemmeno il tuo numero di telefono, nè quanto fai di scarpe. Per me sei solo un fuoco che arde, e che brucia terribilmente a toccarlo.
     Io sono un gatto nero, tu una gatta nera: ci graffiamo a sangue per tutto il tempo, e questo per ora è il nostro unico modo di fare l'amore.
    Ti hanno ricoverata in manicomio e lì un altro matto ti ha fatto la corte. Tu per incenerirmi l'hai accettata. Dovevo diventar matto per seguirti, ma quella piovra allucinante della psichiatra non c'è stata. Ti ha assegnata una camera singola con bidè come in una pensione qualsiasi. Ma lì c'erano sbarre e psicofarmaci.
    Il mio amico Killing mi ha consigliato di portarti una torta alle mandorle, con una bambola elettrica. Ho accettato il consiglio e te le ho portate, ma tu non hai preso niente, mi hai detto che non potevi prendere niente.
    "Perchè?", ti ho chiesto io.
    "Non ho più le mani", mi hai risposto.
     Ti ho guardato e ho visto che invece le mani ce le avevi ancora.
    "Io vedo che ce le hai, invece", ti ho detto.
    "Tu non capisci niente", hai detto tu.
     Ho lasciato perdere e ho finto per tutto il tempo che non avevi più le mani. Ti ho dato da bere con un bicchiere di plastica un pò d'acqua pure. Tu eri una pazza, io un idiota, come al solito.
    Di notte alla Casa dei Morti qualcuno urla e sbraita sempre. Anche lì è un posto di matti. Ci abito da 16 anni. So di che parlo. Anche lì di notte arriva un'autombulanza con quattro infermieri grossi, brancano qualcuno e se lo portano al manicomio. Io mi salvo sempre perchè vivo da solo, e non ho nessuno che alle mie follie chiama il medico di guardia. 

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