Avevo appuntamento con lui davanti alla libreria "Happy Night" della 47esima. Mi manda 3 messaggi già prima di arrivare. "Sono qui, sono là, faccio questo, e quest'altro ecc. ecc.". Io non gli rispondo, sono in metrò, sono scocciato, gli devo dare dei libri a questo idiota. Ma è amico di un mio amico molto importante per me e allora devo abbozzare.
Arrivo finalmente al luogo dell'appuntamento. 4 minuti di ritardo. Lui non c'è già più. Leggo il suo ultimo insulso messaggio che prima manco ho aperto, e leggo: "Giacchè aspetto vado a ricaricare il telefono". Oltre che idiota è soprattutto stronzo.
Aspetto. Una tipa mi guarda altezzosamente e pensa che la voglio cuccare, si pensa troppo bella per me e mi snobba alla grande con le sue stranissime smorfie. Allora io contraccambio, le faccio un'unica smorfia di disgusto e non la guardo più. L'idiota non arriva. Arrivano invece le 7 sull'orologio di strada, l'appuntamento era alle 6 e 30.
"Alle 7 e 5 in punto vado a farmi un cappuccino nel bar e telo, sono o non sono un grande artista?", penso.
Le 7 e 5 arrivano e passano. Vado al bar e ordino un cappuccino. I camerieri mi ignorano. Poi dopo tanto tempo uno mi dice: "Deve fare lo scontrino prima".
Non si fidano di me. E intanto un tipo lasco mi sorpassa, vuole una birra e la cassiera gliela nega, "sarà un ubriaco abituale", penso. Gli parlo dei teppisti che stanno di fuori e che forse sono la causa del fatto che non gli danno la birra. Anche l'ubriaco mi snobba e fa finta di non sentire, o di non capire il mio inglese arrabattato.
Arriva una sberla di ragazza altissima con le calze a rete e supertruccata di rossetto e rimmel. E' una puttana che batte, ma è giovanissima. Anche lei ordina un cappuccino, e tira fuori un mezzo dolcetto da una carta, se lo mangia a morsini, non sarà più grande di un terzo di una pasta alla crema. Mi guarda con intenzione.
Poi mi dice:
"Hai da fare, bello, stasera?"
"Ho un appuntamento con un idiota che manco arriva", le dico io.
Lei scoppia a ridere.
"Ah! Ah! Ah! Ehi! Non sarà che sei tu stesso l'idiota che stai aspettando?", mi dice.
"No, spero di no", dico io sorridendo.
"Dai, non mi sparare cazzate", dice lei.
"Quanto vuoi?", le chiedo io.
"50 dollari, con righello e mandolino", dice lei.
"Beh, non è tanto 50 dollari, ma io non ce li ho", dico, sorvolando sul righello e il mandolino che non capisco proprio a cosa si riferiscono, saranno cose nuovayorchesi che non so, ma comunque non capisco tutto quando mi parlano gli americani, anche se lei non è americana ma russa.
"E quanto ci hai, bello?", dice lei.
"15 dollari, ma ci devo pagare pure il cappuccino", dico io.
"Ah, qualcosa ti posso fare, un succhiotto...", dice lei.
Minchia, vallo a scoprire ora cos'è un succhiotto. Mah, comunque qualcosa mi immagino.
Il cameriere intanto ci ha messo i due cappuccini sul banco del bar. Io prendo una busta di zucchero di canna, prendo la tazza e vado a sedermi a un tavolino, credendo che la puttana russa mi segua. Ma invece non mi segue, prende il suo cappuccino, che si è fatto mettere in una tazza di plastica, e se ne va fuori a battere di nuovo. Fuori fa un freddo della malora e quasi nevischia.
Io mi bevo il mio cappuccino, la busta di zucchero era troppo piccola, e praticamente me lo bevo amaro, ma non ho proprio voglia di alzarmi per andare a prendermene un'altra e sorbirmi lo sguardo strano del cameriere che mi sgama di traverso.
Mi accontento di ascoltare l'ubriaco incallito che anche lui ha i suoi bravi problemi e litiga con il suo panino hotdog e una cocacola piccola.
Intanto si siedono al mio tavolo 3 peruviani, un uomo, una donna e un travestito. Parlano tra di loro in spagnolo e capisco quasi tutto. Mi alzo, porto la tazza al banco del bar.
"Grazie", mi dice il cameriere, facendomi l'occhiolino.
Minchia, ma che ci hanno tutti oggi?
Esco fuori e l'idiota non è ancora arrivato. Sono le 7 e mezzo. Allora prendo i libri, tutti delle gran cazzate, che dovevo dargli e che erano suoi e li butto in un bidone della spazzatura. Prendo il telefonino e lo spengo. L'ultimo suo messaggio del cazzo mi diceva che stava perdendo troppo tempo al negozio di vai a sapere cosa.
"Non è ancora arrivato l'idiota che stavi aspettando?", mi fa la troia russa.
"No", dico io.
Lei scoppia a ridere.
"Ah! Ah! Ah! Te l'avevo detto io che non arrivava perchè magari sei tu stesso!", dice lei.
"Beh, magari ci hai ragione te", le dico.
Io me ne vado piano in direzione di Central Park. Fa freddo ma mi voglio fare una bella passeggiata tra gli alberi. 13 dollari sono proprio pochi per far tutto a New York.


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