C'era Diabolik in un bosco oscuro appena fuori città, era in compagnia della famosissima Eva Kant. Stavano aspettando che arrivasse notte fonda e più nessuno andasse in giro per andare a rubare dalla cassaforte di un riccone una quintalata di oro, zaffiri e rubini.
Io ero seduto a una panchina, anch'io nel buio, avevo perso l'ultimo tram e non sapevo proprio che pesci pigliare, se mettermi a camminare verso casa e arrivare così al mattino, o sdraiarmi là e aspettare il primo tram del giorno verso le cinque, che poi tutto sommato non erano mica tanto lontane.
A un certo punto vedo Diabolik andarsene via e lasciare Eva Kant nel bosco.
"Io dopo tutto non sono nient'altro che un ladro", sento dire a Diabolik prima di andarsene via.
Eva Kant è tutta sola, triste e infelice.
Io mi avvicino e lei di slancio si butta tra le mie braccia e mi bacia con passione.
"Se ora torna Diabolik m'ammazza", penso.
Eva è come se mi legga nei pensieri.
"Oh, non torna per ora, ci metterà molto prima che scassini quella cassaforte supercorazzata", dice e si stringe più forte a me.
E' una bellissima ragazza e si fa l'amore dietro una siepe. Mi bacia con molta passione.
"Mi ammazzerà quando lo saprà", penso.
Eva mi legge di nuovo nel pensiero.
"No, non lo saprà mai", mi dice e mi stringe più forte. "E' solo un ladro e un assassino".

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